Buon anno

Roberto Beccantini1 gennaio 2016

Lo staff della Clinica augura Buon Anno a tutti i pazienti e ai loro familiari.
In particolare, lo augura al gentile Ezio, al gentile Barone e alla moglie del gentile Cristiano.

Come bussola per il 2016 ho scelto questa frase di Gustave Flaubert: «Ma se ovunque leggiamo metafore, che ne sarà dei fatti?».

Che Paolo Cevoli (in arte Palmiro Cangini, assessore alle «attività varie ed eventuali» di Roncofritto Superiore) tradusse con il memorabile, sintetico e sinergico: «Fatti, non pugnette».

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Buon Natale

Roberto Beccantini24 dicembre 2015

Ringrazio per gli auguri che ricambio con calore. Buon Natale a tutti i pazienti e ai loro cari, da Ottawa alla Gran Bretagna, dal New Jersey a Malta, dalla Germania all’Italia. Cos’è, in fondo, Betlemme se non una Clinica in cui ogni giorno – e non, semplicemente, ogni 25 dicembre – scriviamo a Gesù bambino o ci sentiamo Gesù bambini?

Buon Natale alle mogli, fidanzate eccetera che, in questi giorni, hanno superato il controllo anti-shopping.

Buon Natale a Hernanes: ahi quanto ci costò l’averti amato.

Buon Natale ai familiari del gentile Ezio.

Buon Natale al gentile Barone.

Buon Natale al gentile Cristiano e alla signora Elisabetta, per la quale tutti, indistintamente, tifiamo.

Buon Natale alle stelle che (non) stanno a guardare.

Buon Natale ai Tre Magi: Messi, Suarez, Neymar. (Anche se non ne hanno bisogno).

Buon Natale a quelli che al matrimonio si scambiarono le fedi: lui diventò juventino e lei granata.

Buon Natale a Barbara Spinelli per questa frase: «Nessun trasformismo è trasformazione».

Buon Natale (alla memoria/1) a Vince Lombardi per aver detto (anche): «Se il risultato della tua partita dipende da una decisione dell’arbitro, vuol dire che hai sbagliato partita».

Buon Natale (alle memoria/2) a Victor Hugo: «No, non ci sono piccoli popoli. Ci sono dei piccoli uomini, ahimé!».

Buon Natale a tutti coloro che, in Clinica e non solo, vorranno ricordare per un attimo il professor Carlo Vittori, scomparso a 84 anni. Forgiò Pietro Mennea, portò l’atletica italiana oltre i luoghi comuni, contribuì al recupero atletico di Roberto Baggio negli anni fiorentini. Un allenatore tutto d’un pezzo (e non tutto d’un prezzo). Di altra tempra, non solo di altri tempi.

Grazie a tutte, grazie a tutti

Roberto Beccantini20 dicembre 2015

Non ho parole. Si dice sempre così, quando non si sa come scrivere quello che si vorrebbe dire. L’emozione è tanta. I compleanni sono tappe, e più si va avanti, più ci si allontana dai bilanci e ci si avvicina ai ricordi. Gli anni non passano: magari. Gli anni si accumulano. L’ideale sarebbe di aggiungere vita agli anni e non, semplicemente, anni alla vita. Non è facile, ma è bello provarci. Specialmente, quando l’ora del brindisi, più o meno, coincide con la partita della Juventus. La quale Juventus, all’inizio e alla fine, sembrava lei la festeggiata, tanto era distratta e, metafora per metafora, il gomitolo del gatto più che il gatto con il gomitolo.

Grazie a tutte, grazie a tutti i pazienti della Clinica. Grazie, in particolare, a coloro che non la pensano come me: al consenso, non mi stancherò mai di ribadirlo, ha sempre preferito, e sempre preferirò, il confronto.

Grazie a Bonucci (nonostante).

Grazie a Lollo per quella carezza a fine pranzo.

Grazie a Mandzukic, che si chiama Mario come mio papà e continua a minare la nostalgia per Fernando.

Grazie al Carpi per aver lucidato l’artigianato di provincia, essenziale alla storia del calcio, non solo italiano.

Grazie ad Allegri per lo strip di mezzogiorno. I «contigiani» avranno colto, in quella giacca divelta, la «tigna» del loro idolo.

Grazie all’Empoli per lo stesso motivo con cui ho ringraziato il Carpi: con l’aggiunta, nel suo caso, di un gioco così spumeggiante che onora la squadra che lo produce e gli spettatori che ne godono, come documentano gli applausi di Bologna. Quattro vittorie consecutive, tre in meno della Juventus: non so se mi spiego.

Grazie agli schiaffi di Ilicic e Borriello: non se ne riesce a fare a meno neppure a una certa età. E a volte servono, eccome.

Grazie a tutte, grazie a tutti.